Cena Sensoriale Tantrica



La Cena sensoriale Tantrica viene effettuata come pratica ritualistica per riattivare e riscoprire i nostri 5 SENSI: Olfatto, vista, udito, tocco, gusto.


Tutto viene effettuato per sensibilizzare il nostro corpo e sviluppare l'ascolto profondo di tutto il nostro essere.
La cena tantrica è una “via” diversa di assumere e condividere l'energia del cibo in una modalità bio-energetica, fantasiosa e ri-creativa.

L'unica variante fatta in questa particolare esperienza è stata quella di portare i partecipanti, in questo caso tutte donne, ad uno stato di eccitazione attraverso il cibo e l'imboccamento alternato da massaggi carezze e giochi che solleticavano il loro palato ma anche la loro fantasia.
Il fatto di essere bendate le ha aiutate a svelarsi senza la paura del Giudizio che spesso pesa sul senso di colpa di noi donne.
Dopo il dolce, hanno svelato una ad una le loro più intime fantasie sessuali.

Il misterioso uomo che mi supportava in questa avventura è stato con me complice del gioco e del seguirle durante la cena con i vari oggetti da indovinare dalla forma assai ambigua che lui stesso aveva selezionato.
Si è creata un energia potentissima di grande empatia e rilassatezza che le partecipanti alla fine non volevano togliersi più la benda quasi a voler restare aggrappate a quel mondo magico fatto di piacere e piacersi.

Il finale sono state le riviste Vintage Porno gentilmente offerte dall'uomo misterioso che poi alla fine si è svelato e che è stato bravissimo a mascherare l'eccitazione che vi garantisco era altissima.

Qui sotto troverete le loro osservazioni per capire come ognuna di loro l'ha vissuta in maniera diversa.

Consiglio anche alle coppie di farlo nella propria cucina tra di loro magari un giorno bendate lei e un altro giorno bendate lui ma vi sconsiglio di farlo tra coppie che poi secondo me viene fuori casino e una volta tolte le bende.... ops, vi accorgete che quello che vi eccitava toccandovi la schiena non era il vostro lui .... 

Attivate i sensi e Buon Appetito

La vostra Divulvatrice





Illustrazione di Nello Caiazza





Ospite femminile 1
Nel momento in cui mi sono messa la benda ho provato stranamente una sensazione di sicurezza. E’ come se mi fossi rintanata in me stessa, nel mio io più profondo, lasciando tutto il resto fuori. Ero concentrata su di me, ma allo stesso tempo ero in ascolto di ciò che sarebbe venuto dall’esterno, attivando tutti gli altri sensi.
Sapevo che sarei stata imboccata, ma quando qualcuno mi ha avvicinato una sostanza morbida e fredda alle labbra mi sono venuti i brividi. E’ durato un attimo. E’ stato molto sensuale sentire la carota con lo yogurt spalmato sulle labbra, con delicatezza, per indovinarne la consistenza e il sapore, prima di metterla in bocca. E così anche per gli altri cibi. Quando si è trattato di prendere le posate per mangiare prima la zuppa e poi il riso al curry, è stato un casino, perché non vedendo niente c’era il panico di non trovare il cibo e il timore di sporcarsi. Ecco, in questo mi sono dovuta forzare: la paura iniziale di sporcarmi stava prendendo il sopravvento impedendomi di godere appieno del momento. Retaggio dell’educazione rigida che ho avuto. Però poi mi sono lasciata andare e me ne sono fregata, quindi è stato molto divertente, tanto che alla fine ho raccolto il riso dal piatto con le mani.
Durante la cena mi hanno fatto alcuni massaggi al collo, alle spalle e alla schiena, anche utilizzando oggetti, molto rilassanti, per niente invadenti, anche perché intervenivano nei momenti di pausa dal cibo. Ci hanno passato degli oggetti da indovinare con le mani: è stato divertentissimo tentare di scoprire cos’erano.
Ad un certo punto ci sono state rivolte delle domande precise sul sesso, sulle nostre esperienze, sui nostri desideri. Al di là del bellissimo momento di condivisione con le altre, io credo che l’essere bendata mi abbia dato più coraggio nell’aprirmi. Solitamente sono una persona piuttosto estroversa, nel senso che non ho paura a manifestare il mio pensiero, né mi imbarazza parlare di sesso, quando capita. Ma avere la benda consente di non vedere l’espressione degli altri mentre parli e, di conseguenza, andare avanti a ruota libera, incurante delle reazioni che può suscitare ciò che stai dicendo. Questo è un punto di forza, perché diventi trasparente, senza filtri. Ti concentri poi sulla voce degli altri, sulla sua inclinazione. Percepisci le emozioni che scaturiscono dal racconto, perché da bendata riesci a comprendere tutte le sfumature di ciò che viene raccontato. Viene in risalto non solo il contenuto del racconto, ma proprio il sentimento che ci sta dietro.
I giornalini porno anni 70 e 80 sono stati una nota di colore per niente imbarazzante, ma anzi, hanno generato molta curiosità e regalato momenti di puro divertimento tra tutte.


Ospite femminile 2
Non avevo mai sentito parlare di “Cena sensoriale” e da questo già si intuisce che vivo un po’ fuori dal mondo. Intuivo però che ci fossero di mezzo i “SENSI” e questo mi stuzzicava moltissimo la curiosità. Alla proposta di Stefania di partecipare a questa strana, sperimentale e stuzzicante cenetta a casa sua ho quindi risposto subito di sì, senza nemmeno pensarci, completamente incosciente! Ero emozionatissima, ci sarebbe stato anche un “maschio” misterioso (cosa intendeva dire con misterioso l’ho capito dopo). Dunque, saremmo state in quattro donne (esclusa la padrona di casa) e questo uomo misterioso. Il menù, pure lui era avvolto dal mistero, ma tanto sono una che ingurgita il mondo, non mi preoccupava.
Conoscevo due commensali su tre e mi sentivo già sollevata. 
La quarta commensale è stata una piacevolissima sorpresa, si è subito creata tra tutte noi un’armonia di battute e discorsi che ci ha permesso di rilassarci e vivere l’inizio di una serata che si sarebbe rivelata strepitosa! La Stefy ci ha coccolate da subito con un buon calice di prosecco e con grande non-chalance ci ha fatto scegliere delle morbide mascherine di stoffa, senza i fori per gli occhi….. La mia era di una tigre, più che altro avevo bisogno di una certa energia!
Indossate le mascherine è iniziata la serata vera e propria, questa fatidica “cena sensoriale” era alla cieca!
Da quel momento è apparso il maschio misterioso. Continuavo ad annusare l’aria, a cercare di acuire l’udito per cogliere ogni inflessione della sua voce, per capire come poteva essere, ascoltavo i rumori che provenivano dalla cucina per intuire dall’uso degli utensili cosa c’era sui fornelli. La prima cosa che ho pensato è che capivo il perché i non vedenti abbassano la testa, o la alzano, o la piegano un po’ di lato: viene naturale per concentrarsi meglio su ogni stimolo che arriva dall’esterno, dovendo usare solo olfatto, udito e tatto (anche lo spostamento d’aria sul volto aiuta a percepire cosa avviene intorno a te). Poi una sostanza fredda e bagnata mi tocca le labbra, era su un bastoncino duro che ho morso, affidandomi alle mani amiche di Stefania. Era dolce e croccante, agrodolce: una carota nel pinzimonio! Divertente indovinare, ma sorprendente il gusto su cui ero costretta a concentrarmi. Mentre masticavo due mani hanno iniziato a massaggiarmi le spalle….Era lui. Dapprima rigida, mi sono poi imposta di affidarmi totalmente e così ogni senso veniva stimolato, spesso con sorpresa, mentre non me l’aspettavo. A volte le mani di lei a volte quelle di lui, intorno al collo e alle spalle, pressioni diverse, consistenze diverse, mentre magari cercavo con le dita il calice di Traminer, visto che il prosecco l’avevo già tracannato. Cercare il bicchiere, studiare con le mani la posizione delle mie posate, scoprire ad un certo punto una ciotola calda, il cucchiaio accanto e temere di sbrodolarmi, di soffiare ovunque fuorchè sul cucchiaio per raffreddare il boccone, tutto diventava una conquista consapevole. Gesti che compiamo in frazioni di secondo senza pensarci. Quella maschera richiamava la mia attenzione su ogni secondo che vivevo. Capire gli ingredienti era una bella sfida! Ma non era solo cena! L’apertura era totale. La Stefy ci ha invitate a raccontare delle nostre fantasie sessuali, nessuna ha mostrato il minimo imbarazzo. Il clima era perfetto! E da là siamo partite con i racconti di esperienze vissute, tra risate e particolari troppo intimi anche per un confessionale, snocciolati come se si parlasse del libro preferito.
Ogni tanto sulla schiena partiva un massaggio vibrante, talmente rilassante che ci invidiavamo reciprocamente quando capitava a una piuttosto che all’altra, si capiva solo dai mugoliii, il mugolio era l’effetto del massaggio vibrante. Uomini, alle vostre donne comprate un massaggiatore a vibrazione e le conquisterete per la vita!A volte il massaggio mi distraeva dal gusto del cibo che mangiavo, certi sensi cercano di prendere il sopravvento. Poi il vino rosso, corposo, intenso, il riso basmati (che fare la forchettata piena era un terno al lotto ma era una questione di corposità), la carne che non capivo di che animale fosse perché non sono più allenata a mangiarla. E ancora le mani morbide massaggianti di Stefania… Poi il richiamo della sigaretta, quella è stata l’impresa più ardua! Alzarci e andare a fumare in terrazza completamente ciecate! Ci è stato detto che avremmo trovato un posacenere, ma se non vedevamo una mazza dove lo trovavamo?! Quindi abbiamo immolato la pianta su cui siamo incappate. Spero sia ancora viva. Forse ho fatto qualche buco sul giaccone delle amichette vicine e forse loro ne hanno fatti al mio, ma non ho mai controllato. Rientrate in fila indiana, a tastoni ci siamo riappropriate dei posti ed era l’ora del dessert. Nel frattempo l’uomo misterioso ci metteva in mano degli oggetti che dovevamo riconoscere e apprezzarne le forme. Qualcosa di unico. Ne ho indovinato qualcuno, banalissimi utensili del quotidiano che non potendo vedere ti ispirano nuovi utilizzi e sensazioni. Il tempo era così dilatato che ancora adesso non saprei dire quante ore abbiamo trascorso a cena! Quando è arrivato il momento di togliersi le maschere quasi mi dispiaceva, perché le sensazioni di quell’atmosfera non volevo che svilissero. Ancora due chiacchiere con il “maschio misterioso”che ormai aveva un volto e una corporatura, e che gentilmente ci ha fatto dono di qualcosa di molto particolare! Certi gusti li ricordo ancora. Come anche il sorriso della Stefy alla fine. Adesso so cos’è una “Cena sensoriale”, ma non so se con qualcun altro sarebbe così bella come quella che ho sperimentato da lei…
grazie per avermi regalato quelle indimenticabili sensazioni ed emozioni!



Ospite femminile 3
A distanza di 2 settimane, credo, sarà più un racconto di "quel che ne rimane" ma cerco di sforzarmi per recuperare sensazioni e pensieri del "durante".
Ero molto emozionata, contenta e preoccupata per la serata: ero e sono felice e onorata di essere stata coinvolta in questa esperienza, mi sono sentita e mi sento una privilegiata. Di contro, per paura di fare brutta figura, non sono stata del tutto sincera sui miei gusti/limiti sul cibo e quindi ero tesa perché avevo paura delle proposte culinarie. Avevo, però, deciso che sarei stata al gioco e che avrei cercato di accettare quello che mi veniva proposto provando a superare i miei limiti. In effetti, mi sono resa conto che le 2 tensioni, paura e voglia di giocare, si sono battute a spada tratta per tutta la durata della cena non facendomi godere di tutto, appieno ed in relax. Al di là di un paio di cose, il resto era tutto assolutamente delizioso e voluttuoso.
Per come eravamo assortite (caratteri, esperienze ecc.) e per il livello di conoscenza incrociata ne è risultata più una serata donne/amiche e la cosa ha creato un clima divertente, complice, sovraeccitato e chiassoso però, in diversi momenti, ho desiderato ardentemente silenzio e concentrazione per assaporare tutto più profondamente, lentamente, secondo per secondo.
In questo clima la presenza dell'uomo misterioso è stata un po' superflua: credo sia dipeso dal fatto che noi ci bastavamo e, forse dal fatto, che lui non fosse adatto a noi come personalità e approccio (noi più votate all'erotismo e all'intimismo e lui più pragmatico e scientifico). Conta che, probabilmente, noi stesse avevamo delle aspettative diverse sul tipo di uomo. Sono convinta, però, che in un gruppo esclusivamente femminile serva una presenza maschile.
La cosa straordinaria è stata sentire l'energia: essere bendati è bellissimo ed è perfetto per una serata così; essere al buio mi ha fatto sentire attraverso l'energia che trasmettevano le persone. Seguivo ciascuno di voi, fisicamente, grazie a questa energia che percepivo ... una cosa che non mi era mai capitata. Non so cosa sia, la chiamo energia perché non so darle altro nome: è un misto di calore, luce, attrazione ...

Dopo un po' mi ero abituata al buio e non mi infastidiva anzi ne godevo.
I discorsi sono stati molto interessanti: siamo state forse fin troppo espansive prendendo un po' il controllo e tirando fuori a ruota libera di tutto un po' ... che testoline affascinanti.
E' stato stupefacente e bellissimo sentire che ci siamo piaciute, sinceramente piaciute, sentirsi accettate e accolte e mi piacerebbe continuare a frequentarvi.
Mi porto dentro il vostro calore e la vostra intelligenza e vi ringrazio di avermi fatto partecipare.


Ospite
femminile  4
Sono stata invitata ad una cena tantrica sensoriale. Praticamente in un'unica frase mi sono trovata riassunta: cena e sensi.
"Tantrica" mi evocava qualcosa, ma tipo il sesso che fa Sting per ore.
Quella roba lì.
Ho cenato bendata.
Mi è piaciuto moltissimo essere imboccata e dovermi fidare, cercare il bicchiere toccandolo, cercare di capire dal gusto e dall'odore cosa stessi mangiando.
Mi sono piaciute le chiacchiere e l'intimità che si è creata tra le commensali, l'idea che se non ti guardi in faccia senti di poter aprirti un po' di più, ma con gioia e con rispetto.
E sì, dietro domande e suggerimenti ad hoc, abbiamo parlato di sesso.
Di quel che vorremmo, di quel che facciamo, di quel che immaginiamo.
Ma ridendo anche e comunque sempre con delicatezza e con ironia.
Mi è piaciuto tutto.
Soprattutto l'idea di dare spazio ad un lato tanto bistrattato o, peggio, deriso o fatto oggetto di scherno, delle donne.
Ché a noi mica ci deve piacere. Oppure ci deve piacere "il giusto".
Se poco siamo frigide, se troppo allora puttane.
Evviva le cene di questo tipo se servono a far fare la pace con questa cosa: siamo donne con le gonne, ma pure con i pantaloni. E, vi svelerò un segreto: trombare finisce per e, non per o oppure a. È un verbo, né maschile né femminile. Quindi vale per tutti, no?


Uomo misterioso

Serata fantastica poter partecipare ad una cena sensoriale tantrica è stata una bella esperienza. L’idea di coinvolgere 4 donne e cercare di valorizzare 4 sensi (gusto tatto, olfatto e udito escludendo la vista) ha fatto sì che coloro si prestavano a questa esperienza potessero assaporare in maniera non consona una cena con influenze etniche dai gusti decisi e vari. La mia partecipazione come elemento di disturbo ha cercato di valorizzare la situazione con massaggi e giochi ma soprattutto quello di infrangere una barriera inibitoria cercando di coinvolgere le donne su un tema di fantasie sessuali, vero scopo della serata. A mio modesto parere, man mano che si andava avanti, le persone in questione, sempre bendate, hanno parlato liberamente di sesso e si sono lasciate andare. E’ proprio vero che una volta acceso il motore diesel femminile si riesce a constatare che basta solo dedicare un po’ di tempo in più al partner per ottenere cose fin prima inarrivabili soprattutto dal punto di vista sessuale. La logica dice che bisogna osare, con moderazione, ma osare. Must della serata sono state delle riviste porno anni 70/80 particolarmente apprezzate dalle commensali. 

   

 

 

Un grazie a tutte le partecipanti protette ovviamente dall'anonimato, ma loro sanno ed io con loro di questa fantastica esperienza che lo è stata solo perchè si sono fidate di un qualcosa che non sapevano avvenisse e perchè si sono messe in gioco e con grande classe hanno giocato. Grazie all'uomo misterioso che ha saputo gestire il gioco e farle giocare con risultati incredibili di divertimento e malizia.   


Un grazie speciale al creatore dell'illustrazione di questo articolo che nulla di più azzeccato poteva disegnare e ve lo presento:

Nello Caiazza, Napoli classe 1976, disegnatore compulsivo.



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